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Che differenza c'è tra smart working e telelavoro?

 

Dopo l' emergenza Coronavirus sono cambiate molte abitudini di lavoro. In quei mesi di pandemia, per contenere i contagi, molti uffici hanno chiuso e si sono organizzati per consentire ai lavoratori di operare in smart working, o lavoro agile.

Molti, all' inizio, non hanno avuto problemi a gestire le nuove modalità di lavoro, mentre altri si sono trovati in difficoltà, non vincolati dagli orari di ufficio né sostenuti dai colleghi e dalle tecnologie. Dopo un primo periodo di incertezza, sembra che la situazione si sia stabilizzata. Tuttavia, non possiamo dire che non ci sia ancora un po' di confusione circa le modalità di smart working.

Per prima cosa, durante la pandemia sono emersi diversi nuovi termini riferiti al lavoro dislocato dall'ufficio: appunto, smart working, ma anche telelavoro, lavoro da casa e lavoro agile. Quali sono le differenze tra questi termini? Perché è importante comprenderle?

 

Telelavoro

 

Telelavoro e smart working, lavoro agile e lavoro da casa

Partiamo da qualche definizione per capire le differenze tra un concetto e l'altro:

  • smart working, secondo quanto riportato sul sito del Ministero del Lavoro e delle politiche Sociali, è un sinonimo di lavoro agile. Sarebbe la relativa traduzione in italiano. Si tratta di una modalità di lavoro "caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro";
  • telelavoro è una modalità operativa più vincolata dall'ufficio, che offre meno libertà di organizzazione e mira a far imitare al lavoratore le abitudini del posto di lavoro. Telelavoro e lavoro da casa sono sinonimi, in quanto il dipendente non più scegliere dove svolgere le sue attività.

 

Punti in comune tra telelavoro e smart working

Smart working e telelavoro hanno in comune alcune caratteristiche:

  • il lavoro viene svolto a distanza, fuori dagli ambienti aziendali, utilizzando tecnologie informatiche;
  • dipendenti e datore di lavoro devono firmare un’intesa scritta per il corretto svolgimento del rapporto di lavoro. Sia smart working che lavoro da casa non sono imposti dal capo, ma devono essere svolti su base volontaria;
  • entrambi presentano una serie di vantaggi, il più visibile è quello di poter adottare un approccio lavorativo che risponda alle esigenze private del singolo dipendente, permettendogli di conciliare vita lavorativa e famigliare;
  • entrambe le modalità di lavoro sono indicate nell'ordinamento italiano dall'INAIL con il documento del 16 giugno 2020 e da Confindustria con la circolare 10 giugno 2004 n. 18022

 

Differenze tra smart working e telelavoro

Quali sono le differenze tra smart working e telelavoro?

Lo smart working, o lavoro agile, come dice la parola stessa, svincola il dipendente dall' orario di lavoro, dai vincoli spaziali e consente agli smart workers di organizzare la propria giornata lavorativa come preferiscono.

Esso è disciplinato dalla Legge italiana nel decreto 81/2017 che va a indicare le modalità di lavoro che i dipendenti dovrebbero adottare quando non sono presenti in ufficio a svolgere le loro attività.

E qui incontriamo la prima differenza con il telelavoro: esso è disciplinato dall'Accordo quadro UE del 16 luglio 2002 e non consente la flessibilità dello smart working.

Il telelavoro è nato negli Stati Uniti intorno agli anni '70 e ha mantenuto le stesse modalità di allora: si basa sull’idea che il dipendente possa fornire la stessa prestazione, dislocato dall' azienda, ma senza troppa flessibilità.

Il telelavoro si svolge per forza a casa e i lavoratori sono vincolati dalle stesse regole e orari dell'ufficio. Cambia solo il luogo insomma, non le forme.

 

smart working

 

Lo smart working può essere svolto ovunque, in biblioteca, al bar, in spazi co working, in un ambiente gradevole che piaccia al singolo lavoratore. I teleworkers, invece, devono stare in casa perché così prevede l' articolo di legge.

Oltre al luogo, anche i tempi di lavoro sono influenzati.

Lo smart working consente di lavorare entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale. Quindi, le ore che il lavoratore trascorre a lavorare non devono coincidere per forza con quelli dell'ufficio. Esempio: se dei dipendenti lavorano di solito 8 ore al giorno, con il lavoro agile possono decidere di cominciare alle 10 e finire alle 18, oppure anche alle 15 per staccare alle 23.

 

Perché è importante capire la differenza tra smart working e telelavoro?

Innanzitutto, è bene comprendere la differenza tra telelavoro e smart working perché si tratta di due metodi di lavoro distinti e disciplinati da due normative diverse. Quindi, nell'organizzare il lavoro da remoto, è bene comprendere innanzitutto il significato dei termini e andare poi a recuperare la normativa di riferimento.

Questo interessa il singolo lavoratore che ha il diritto di conoscere che cosa preveda un metodo piuttosto che un altro.

In secondo luogo, interessa alle aziende che devono decidere quale delle due realtà di lavoro adottare.

Telelavoro o smart working? Quale scegliere se si è un'azienda?

Entrambi certamente offrono una certa dose di benefici, sia per l'impresa che per i dipendenti. Anzi, si sta pensando in tutte le aziende di offrire un certo periodo di tempo ogni anno per consentire ai lavoratori di migliorare il loro equilibrio casa/lavoro.

Per le aziende le forme del telelavoro e del lavoro agile sono estremamente convenienti. Sul piano dei consumi elettrici legati all’utilizzo degli uffici, permettere ai propri dipendenti di lavorare fuori dalla sede significa risparmiare sulla spesa corrente e sulla manutenzione dell'edificio.

Tuttavia, ci sono dei pro e dei contro in entrambe le forme: il telelavoro prevede che il datore di lavoro effettui delle ispezioni per assicurarsi che le attività avvengano in sicurezza e nel luogo prestabilito. Questa forma, inoltre, richiede l'uso di apparecchiature fornite dall'azienda, in quanto le responsabilità in sede sono le stesse di quelle a casa, cambia solo il luogo. Quindi è l'impresa a dover fornire tutto il materiale necessario nonché le informazioni di base per il corretto svolgimento della prestazione del lavoratore.

Il concetto di smart working non è esente da problematiche.

Il lavoratore, di base, organizza come preferisce la giornata lavorativa. Non serve che la prestazione sia svolta nelle ore d'ufficio. Questa cosa, se da un lato offre maggiore libertà e creatività al dipendente, d'altra parte potrebbe portarlo a distrarsi e a non essere produttivo come richiesto.

Il telelavoro, invece, offre certamente meno libertà, ma a fronte di un controllo delle attività svolte maggiore.

 

Aspetti di cui tenere conto quando si passa a un rapporto di lavoro da remoto

L' evoluzione al telelavoro o allo smart working è un processo che richiede tempo e organizzazione. Innanzitutto, cambiano i rapporti tra colleghi, settori e superiori.

In questo, il digitale aiuta molto: lo sviluppo di tecnologie quali streaming, videochiamate, strumenti per la gestione dei team virtuali e di materiale lavorativo ha aiutato a velocizzare le comunicazioni e a consentire una migliore produttività anche da remoto.

Servono quindi:

  • strumenti per la gestione del lavoro a distanza
  • strumenti per l'organizzazione dei tempi di lavoro
  • divulgazione di informazioni sulla normativa vigente circa il lavoro agile/da casa
  • formazione del personale per utilizzare le nuove risorse informatiche
  • divisione delle responsabilità tra i dipendenti.

 

Il passaggio da lavoro in sede a lavoro da remoto non è qualcosa che avviene dall'oggi al domani. La prassi è lunga e richiede molta attenzione. Tuttavia, oggi si può contare su strumenti all'avanguardia e su una maggiore informazione da parte dei lavoratori. I vantaggi del lavoro svincolato da una sede non sono pochi e giovano sia alla vita dei dipendenti che alla produttività dell'azienda.

 

Conclusioni

In questo articolo abbiamo visto le differenze tra lavoro agile e telelavoro e le norme che le regolano. Di base ci troviamo di fronte a formati di lavoro che si svincolano dalla sede dell'azienda e che necessitano di strumenti informatici per garantire lo svolgimento delle mansioni.

Un altro punto da tenere in considerazione su questo argomento sono i benefici per tutti che questa evoluzione del lavoro ha portato: maggiore flessibilità, equilibrio privato lavoro garantito, minore consumo di riscaldamento, corrente e carburante per gli spostamenti ecc.

Se le aziende riescono a dotarsi di tutte le apparecchiature necessarie al corretto svolgimento delle mansioni e a fornire ai dipendenti tutte le informazioni su come usarle, allora non ci sono dubbi che la soddisfazione e la produttività in azienda aumenteranno.

 


Scritto da Paolo Calderone 

https://www.linkedin.com/in/paolo-calderone/

Paolo Calderone

Professionista con più di 25 anni di esperienza maturati nell’ambito della gestione dei servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, fornisce consulenza alle Aziende che desiderano tutelarsi da tutte le sanzioni in cui si potrebbe incorrere a causa del vasto quadro normativo concernente la sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Docente dei corsi di formazione per le figure professionali previste dal D.lvo 81/08.


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