Il rischio biologico: la guida in 5 passaggi
L'aria che respiriamo è piena di microrganismi. Non c'è modo di evitarli: entrano nel nostro corpo attraverso il naso, la bocca, gli occhi, le piccole ferite. Alcuni non danno segni evidenti della loro presenza nel nostro organismo, altri causano infezioni e patologie, alcune molto gravi.
Evitare che questo accada può aiutare a tutelare la salute della comunità ed evitare eventi di enorme portata come nel caso della recente pandemia da Covid 19. Non è possibile eliminare tutti i microrganismi che ci sono nell'ambiente. E' possibile però proteggere l'organismo dell'ospite, rendere meno aggressivo il microrganismo o contenere il numero di quelli che entrano a contatto con il corpo. Ma come? Contenendo il rischio biologico.
Che cos'è il rischio biologico? Cosa indica questo termine? Quali sono le responsabilità del datore di lavoro? Come scegliere le misure di prevenzione da attuare in caso di esposizione ad agenti biologici? Questi sono gli argomenti che tratteremo in questo interessante articolo.
Leggilo fino alla fine per mettere la tua attività a norma di legge, evitare sanzioni, ma anche tutelare la salute dei lavoratori.
Che cos'è il rischio biologico?
Cominciamo con una veloce definizione: con rischio biologico si indica la probabilità che un lavoratore entri in contatto con un agente biologico, definito dal titolo X del d.lgs 81 2008 come qualsiasi microrganismo anche geneticamente modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano che potrebbe provocare infezioni, allergie, intossicazioni.
I lavoratori esposti a rischio biologico possono ammalarsi e trasmettere la malattia ad altre persone o animali. Gli agenti biologici possono penetrare nell'organismo e lasciare anche pericolosi danni al corpo, oltre che far scattare anche delle pandemie globali come quella che stiamo tutt'oggi vivendo.
Molti pensano che questi elementi, come batteri, virus, funghi e parassiti, siano solo un problema che riguarda le aziende farmaceutiche o che trattano problemi di salute. Tuttavia, l'interesse per le norme di sicurezza contro gli agenti biologici riguarda anche aziende come industrie alimentari o agricole, zootecnica, servizi sanitari, laboratori clinici, veterinari e diagnostici, impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta di rifiuti speciali potenzialmente infetti e impianti per la depurazione delle acque di scarico.
Per evitare che accada qualcosa come nel caso delle recenti pandemie, più nota tra tutte quella di Coronavirus, il datore di lavoro e altri soggetti coinvolti nella sicurezza sul lavoro devono escogitare efficaci misure per contenere il rischio di esposizione ad agenti biologici pericolosi.
Linee guida per gestire il rischio da agenti biologici
Per gestire il contenimento degli agenti biologici nell' ambiente di lavoro è necessario passare attraverso alcuni passaggi. Essi devono essere eseguiti in base alle esigenze della singola azienda, in base ai pericoli di tipo biologico che presenta. Vediamoli insieme.
1. Classificazione degli agenti biologici
In azienda è bene comprendere con che tipo di agente si ha a che fare. Essi sono divisi in quattro categorie in base alla loro pericolosità:
- gruppo 1, nessuno o basso rischio individuale e collettivo, con poca probabilità è causa di malattie nell’uomo o negli animali
- gruppo 2, moderato rischio per il singolo, limitato rischio collettivo, può causare malattie nell’uomo o negli animali, ma senza diventare incontenibile
- gruppo 3, elevato rischio individuale, basso rischio collettivo, che causa gravi patologie nell’uomo o negli animali e costituisce un serio rischio per i lavoratori, ma non per la comunità
- gruppo 4, elevato rischio per il singolo e collettivo, provoca pericolose patologie nell’uomo e negli animali, costituisce un serio rischio per i lavoratori e può propagarsi rapidamente nella comunità.
2. Vie di penetrazione di un agente biologico
L'agente biologico può penetrare per diverse vie: ingestione, inalazione, iniezione, schizzi (alcuni agenti penetrano per esempio attraverso gli occhi).
Per effettuare una valutazione della protezione che dovrebbe essere adottata nei confronti degli agenti, bisogna considerare altri aspetti degli stessi. Questi sono i seguenti:
- Trasmissibilità, il grado di facilità con cui l'agente può essere trasmesso da infetto a suscettibile
- Infettività, quanto l'agente riesca a penetrare e moltiplicarsi nell'ospite
- Patogenicità, ovvero se esso sia in grado di produrre una malattia a seguito di infezione
- Neutralizzabilità, ovvero la disponibilità di procedure per la messa in sicurezza degli ambienti e degli operatori.
Quanto siano pericolosi gli agenti biologici e come si contraggano è da definire in fase di valutazione dei rischi. Il datore di lavoro deve, aiutato dal medico competente, andare a individuare queste sostanze, classificarle, analizzare i metodi di diffusione di virus e batteri e andare a fornire delle soluzioni efficienti per tutelare la sicurezza del personale che opera all'interno della sua attività.
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3. Individuazione di dispositivi di protezione individuale
Una volta effettuata l'analisi dei rischi, è il momento di individuazione degli strumenti che proteggano le parti del corpo esposte al rischio. Tra questi ci sono guanti, copricapo, visiera, occhiali, mascherina, sovracamice, calzari, grembiule impermeabile e molti altri. Non è solo necessario indossarli, ma anche rimuoverli correttamente e igienizzarli nel caso siano riutilizzabili.
Questi sono necessari soprattutto quando si mettono in pratica alcune procedure lavorative considerate più pericolose: formazione di arosol in corso di centrifugazione, ultrasonicazione, uso di provette sottovuoto, manipolazione di campioni biologici, esecuzione di prelievi arteriosi, sperimentazione su animali, allestimento, colorazione e lettura dei preparati microscopici.
4. Corsi di formazione
Spesso quando si parla di sicurezza nei luoghi lavoro si fa anche riferimento alla formazione dei dipendenti. La formazione deve essere garantita anche in tutte quelle aziende che presentano un rischio biologico appartenente a qualsiasi categoria.
L'obiettivo è quello di far conoscere ai lavoratori tutte le definizioni di pericolo biologico, scoprire come prevenirlo ed evitare così di incorrere in patologie professionali o, peggio, pandemie globali.
Il corso può essere effettuato anche in modalità e-learning e ha una durata brevissima, solitamente anche solo un'ora.
Il corso si concentra sul rischio biologico e il rispetto delle indicazioni necessarie da adottare per contenerlo. Vengono affrontati anche i modi di trattare gli strumenti per proteggersi e i macchinari che portano a entrare in contatto con gli agenti biologici.
Per ottenere l'attestato è necessario superare una prova finale. L'aggiornamento avviene ogni cinque anni.
5. Comportamenti da assumere sul posto di lavoro
Certamente la formazione e un piano di controllo del rischio biologico è fondamentale per contenerlo, ma sono per primi i lavoratori che devono mettere in pratica alcuni comportamenti corretti. Nel presente elenco trovi le indicazioni principali per evitare di entrare in contatto con gli agenti biologici:
- indossare guanti monouso in vinile e altri indumenti protettivi, da togliere solo quando si lascia il luogo di lavoro
- è vietato mangiare e fumare in laboratorio
- evitare di portare alla bocca qualsiasi oggetto che potrebbe essere stato a contatto con agenti biologici
- maneggiare con molta attenzione aghi per non rischiare di pungersi
- non toccare le maniglie delle porte e altri oggetti del laboratorio con i guanti con cui si è maneggiato materiale potenzialmente infetto
- proteggere accuratamente tagli, ferite o abrasioni già presenti sulla pelle
- lavarsi spesso le mani e usare un igienizzante, soprattutto prima e dopo l'uso dei sanitari
- mettere in evidenza un cartello di avviso qualora in una stanza siano presenti materiali infettivi
- tenere le mani lontano dal viso
- effettuare le vaccinazioni necessarie per operare in un certo settore
- pulire e igienizzare le superfici di lavoro e gli strumenti ogni giorno o dopo uno spandimento.
Per maggiori informazioni sulle norme circa il rischio biologico, non esitare a contattarci.
Scritto da Paolo Calderone
https://www.linkedin.com/in/paolo-calderone/
Professionista con più di 25 anni di esperienza maturati nell’ambito della gestione dei servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, fornisce consulenza alle Aziende che desiderano tutelarsi da tutte le sanzioni in cui si potrebbe incorrere a causa del vasto quadro normativo concernente la sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Docente dei corsi di formazione per le figure professionali previste dal D.lvo 81/08.
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