Sicurezza sul lavoro: patologie da calore come gestirle correttamente?
Il datore di lavoro, nel corso della valutazione dei rischi presenti nella sua azienda, deve anche considerare gli effetti dello stress termico ambientale sui propri lavoratori. Una persona può soffrire di patologie se esposta a eccessivo calore sul luogo di lavoro? Le elevate temperature possono mettere a rischio il lavoratore? Quanti infortuni per via del caldo si verificano ogni anno in Italia? Scopriamolo in questo interessante contenuto di Global Medical Service.
Siamo una società che eroga servizi inerenti alla sicurezza sul lavoro a Milano e Melzo. Il nostro affiancamento alle aziende con corsi di formazione per lavoratori, servizi di medicina del lavoro e consulenze per la valutazione dei rischi, ha consentito ai nostri clienti di rispettare i propri adempimenti previsti dalla legge, tutelando la salute e sicurezza dei lavoratori e rendendo al contempo l' attività più profittevole.
Il calore mette a rischio un lavoratore?
Il corpo umano è omeotermo, in quanto mantiene sempre costante la sua temperatura a circa 36 o 37 gradi centigradi. Questo è possibile grazie a un sistema di termoregolazione che comprende l'ipotalamo, che riconosce le variazioni di temperatura nell' ambiente e spinge il corpo ad agire per mantenere una condizione di benessere per gli organi.
Infatti, quando fa eccessivamente caldo, il corpo suda per raffreddarsi, quando invece fa molto freddo, tendiamo a tremare per riscaldare i muscoli.
Se in un certo ambiente persistono delle condizioni non ottimali di temperatura, velocità e umidità relativa, temperatura media radiante e, oltretutto, il soggetto non presenta condizioni metaboliche salutari e non indossa un abbigliamento adeguato, allora ci saranno degli effetti della temperatura circostante sul suo corpo, sia nel breve che nel lungo termine.
Per esempio, se le condizioni di calore sono troppo elevate, possono insorgere patologie come il colpo di calore, un incremento incontrollato della temperatura corporea, dovuto a condizioni esterne non ottimali, che provoca sintomi come abbassamento della pressione sanguigna, con conseguente senso di debolezza, vertigini, mal di testa, nausea, disidratazione ecc.
Altra condizione che si può presentare a fronte di un'elevata esposizione al calore è la sincope, che accade per via di conflitti che avvengono a livello circolatorio, nel tentativo del corpo di dissipare più calore possibile. Questa si può manifestare con sintomi come svenimenti, in quanto non arriva abbastanza sangue al cervello, mandato invece verso le superfici corporee o ai muscoli che stanno effettuando l' attività motoria.
Altri effetti riguardano poi l' esposizione al sole, che potrebbero causare disturbi agli occhi e ustioni alla pelle.
A lungo andare, il rischio di stress termico può portare all' insorgenza di infortuni pericolosi. Non solo per via degli effetti diretti del calore sul corpo, ma anche per quelli indiretti: per esempio, un lavoratore preso da sincope potrebbe svenire e cadere da altezze elevate, oppure potrebbe rivelarsi poco concentrato e ferirsi con degli strumenti di lavoro.
Il datore di lavoro ha quindi il compito di valutare il rischio da elevato calore e passare all' attuazione di misure di prevenzione e protezione per evitare che nel proprio organigramma si manifestino patologie o infortuni.
Le direttive del Ministero della Salute per la prevenzione e protezione dei lavoratori dalle ondate di calore
In un momento storico in cui la crisi climatica porta all'innalzamento delle temperature anche in momenti dell'anno più freddi, come questo autunno e inverno, è stato necessario ripensare alle modalità di prevenzione e protezione dei lavoratori dallo stress termico.
A luglio è stato emanato, dal Ministero della Salute, il piano nazionale di prevenzione del caldo sulla salute. Non solo. Nello stesso mese, INAIL, CNR - IBE, Azienda USL Toscana Centro, Azienda USL Toscana Sud Est, Dipartimento di Epidemiologia, Servizio Sanitario Regione Lazio e Consorzio LaMMA, hanno avviato il progetto Worklimate, in modo da aiutare i datori di lavoro a prevenire le patologie da calore nei luoghi di lavoro.
Questi documenti sono di fondamentale importanza per una corretta valutazione del rischio da eccessivo calore in quegli ambienti di lavoro definiti "severi", ovvero quelli che portano i meccanismi di termoregolazione del corpo umano a essere costantemente sollecitati, fino a indebolirli e danneggiarne il funzionamento.
Obblighi del datore di lavoro
I datori di lavoro sono obbligati, come previsto dal D. Lgs 81/08 sulla sicurezza sul lavoro, a valutare attentamente tutti i rischi presenti nelle proprie aziende. Tra questi, non possono essere sottovalutati lo stress termico, il livello di inquinamento atmosferico e delle radiazioni solari.
Una volta effettuata questa procedura, i titolari d'azienda devono raccogliere le informazioni nell'importantissimo Documento di Valutazione dei rischi, in modo da procedere, con le altre figure incaricate della tutela della salute e sicurezza dei lavoratori, nell'individuazione delle misure di prevenzione e protezione da applicare in azienda.
Le misure di prevenzione e protezione da applicare per ridurre il rischio di stress termico
I datori di lavoro devono intervenire affinché le condizioni di temperatura dell'aria nelle proprie aziende sia ottimale per i propri dipendenti. Tra le direttive presenti nelle Linee di Indirizzo per la Prevenzione per contrastare le ondate di calore e l’inquinamento atmosferico conseguente e nel Decalogo per la prevenzione delle patologie da calore nei luoghi di lavoro - informativa per i datori di lavoro, ci sono:
la riorganizzazione dei turni di lavoro, in modo che ogni lavoratore non venga eccessivamente esposto, per molto tempo, al calore;
l'organizzazione di pause per consentire ai lavoratori di idratarsi adeguatamente;
l'adozione di abbigliamento termico adeguato alle temperature presenti negli ambienti di lavoro. Possibilmente, deve trattarsi di abbigliamento leggero, traspirante, di colore chiaro e che non irrita la pelle. Per le condizioni più pericolose, è necessario adottare un abbigliamento termico certificato e performante;
la disponibilità di aree ombreggiate o climatizzate per le pause dal lavoro;
se non ci sono particolari esigenze, è bene fare in modo che i lavori che vanno svolti all'aperto siano spostati in giornate con delle condizioni climatiche più favorevoli;
i lavori che richiedono maggiore sforzo fisico sono da svolgere nei momenti meno torridi della giornata;
i titolari delle aziende devono garantire la presenza di fonti di acqua potabile nei luoghi di lavoro. Inoltre, se possibile, è bene che il personale assuma anche soluzioni isotoniche a base di cloruro di sodio che consente loro di ripristinare la perdita di sali minerali.
Il concetto di acclimazione
Per ridurre il rischio da troppo calore nelle aziende, il Ministero della Salute ha introdotto il concetto di acclimazione:
una serie di modificazioni fisiologiche che consentono all’organismo di tollerare la conduzione di mansioni lavorative in condizioni di esposizione a temperature elevate, che si ottiene aumentando gradualmente i carichi di lavoro e l'esposizione al calore dei lavoratori e favorendo l’effettuazione di frequenti pause per l'approvvigionamento di acqua e il riposo all'ombra.
Questo processo dura di solito una o due settimane, di più nel caso dei lavoratori che assumono farmaci o soffrono di determinate patologie.
Altre misure da adottare per ridurre i rischi legati al troppo caldo durante le attività lavorative
Sul luogo di lavoro sono necessarie altre misure per attenuare gli effetti del caldo sui lavoratori. Innanzitutto, il personale deve essere opportunatamente formato sui rischi per la salute provocati dalle eccessive temperature, imparando a riconoscere i sintomi del colpo di calore e altre patologie annesse.
Inoltre, la formazione interessa la prevenzione delle ondate di calore e le attività per contrastare il caldo mantenendo il corpo alla giusta temperatura, utilizzando anche i dispositivi di protezione individuale. È fondamentale adottare un regime alimentare bilanciato, assicurarsi un'idratazione adeguata e considerare l'assunzione di integratori naturali, come proposto dall'azienda Nutrasmart, per ottenere un supporto extra durante periodi di stress o intensa attività.
Una seconda misura di estrema importanza è l' organizzazione della sorveglianza sanitaria, in collaborazione con il medico competente che deve effettuare visite periodiche per assicurarsi che tutti i lavoratori siano idonei a svolgere la mansione. Inoltre, i titolari delle aziende devono anche organizzare attività di formazione e addestramento per gli addetti al primo soccorso, i quali devono intervenire tempestivamente per mantenere le condizioni dei lavoratori stabili in attesa di un'ambulanza.
Altro strumento molto interessante per prevenire i sintomi di una patologia legata all'eccessivo caldo è il cosiddetto sistema del compagno. Si tratta del reciproco controllo dei lavoratori soprattutto in momenti della giornata caratterizzati da temperature particolarmente elevate o, in generale, durante le ondate di calore. In caso di insorgenza di segni e sintomi di patologie da calore, un compagno vicino potrà chiamare il 118 (o il numero unico 112) e prestare il primo soccorso nel rispetto delle norme anti Covid-19, indicando il luogo esatto in cui vengono svolte le lavorazioni.
Conclusioni
Secondo una recente ricerca condotta dall'INAIL, gli infortuni per eccessivo calore nei luoghi di lavoro in Italia sono ogni anno circa due milioni e, con la crisi climatica, potrebbero addirittura aumentare.
Per prevenire gli infortuni che interessano i lavoratori esposti a elevate temperature, ti consigliamo di consultare la nostra pagina dedicata ai corsi di formazione a Milano e Melzo, da svolgere in aula o a distanza, per ottenere maggiori informazioni sulla gestione delle competenze del tuo organigramma, in modo che tutti i dipendenti possano conoscere le modalità di prevenzione delle patologie legate al caldo.
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Scritto da Paolo Calderone
https://www.linkedin.com/in/paolo-calderone/
Professionista con più di 25 anni di esperienza maturati nell’ambito della gestione dei servizi di medicina, formazione e sicurezza sul lavoro, fornisce consulenza alle Aziende che desiderano tutelarsi da tutte le sanzioni in cui si potrebbe incorrere a causa del vasto quadro normativo concernente la sicurezza sul lavoro (D.Lgs 81/08). Docente dei corsi di formazione per le figure professionali previste dal D.lvo 81/08.
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