Visita medica ottavo mese gravidanza
Cosa fare se si è in maternità e si desidera lavorare fino all'ottavo mese di gravidanza?
E' possibile per queste donne richiedere la maternità flessibile. Di cosa si tratta? Come funziona?
Come funziona il congedo di maternità?
Quando una donna resta incinta, il datore di lavoro ha il compito di tutelare la sua salute e quella del nascituro. Innanzitutto, deve quindi assicurarsi che la donna non sia sottoposta a mansioni che la espongano a rischi e, se questo non avviene, il datore di lavoro rischia ben 6 mesi di arresto.
In secondo luogo, la futura mamma ha il diritto di accedere al congedo di maternità, un periodo flessibile di astensione dalle mansioni lavorative. In questi mesi, la donna riceve l'80% del suo stipendio giornaliero. Il periodo minimo di congedo non deve essere inferiore ai 5 mesi, due mesi precedenti la data presunta del parto e i tre mesi dopo il parto per consentire l'allattamento.
Tuttavia, secondo la Legge italiana, è possibile per le lavoratrici chiedere di lavorare fino all'ottavo mese di gravidanza e approfittare di 4 mesi di congedo dopo la nascita del bambino. Per accedere a quella che viene definita maternità flessibile, però, il medico competente o uno specialista devono attestare le condizioni di sicurezza sul luogo di lavoro.
Cos'è la maternità flessibile
La maternità flessibile, o flessibilità, è un congedo di maternità che consente alla donna lavoratrice e futura madre di proseguire l’attività lavorativa durante l'ottavo mese di gravidanza, o anche il nono. Questa iniziativa è stata introdotta dal D.Lgs. 151/2001.
Ci sono però una serie di opzioni per una donna che desidera prolungare il periodo di lavoro in azienda.
Dal 2019, inoltre, è possibile per le lavoratrici svolgere le loro mansioni fino a pochi giorni prima della data presunta del parto, approfittando di un congedo di 5 mesi successivi allo stesso. Questo è possibile, come dice la normativa vigente (legge di stabilità 2019, Legge 30/12/2019 nr. 145 Art. 1 comma 485), a condizione che il medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro.
Visita per il certificato per l’ottavo mese di gravidanza
Una donna che desidera lavorare fino all'ottavo mese di gravidanza, deve sottoporsi a una visita obbligatoria tenuta dal medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute della gestante e del nascituro.
Per accedere al lavoro all'ottavo mese di gravidanza, la donna deve innanzitutto presentare ottime condizioni di salute e, inoltre, non deve svolgere mansioni pericolose per se stessa e per il bambino.
Passaggi per richiedere la maternità flessibile: il ruolo del datore di lavoro e del medico competente
Per ottenere il periodo di maternità indicato con la formula 1+4, la futura mamma deve innanzitutto fare domanda all' INPS entro il settimo mese di gravidanza. Infatti, alla fine del settimo mese, scatta il congedo di maternità obbligatorio, quindi è bene richiedere la flessibilità in anticipo.
La procedura può essere svolta dal sito web ufficiale INPS, accedendo al portale MyINPS inserendo SPID, PIN, CIE o CNS. Vi è una sezione dedicata alla maternità, in cui viene indicato il servizio Maternità e congedi parentali lavoratori dipendenti.
Cliccando su Acquisizione domanda e selezionando su Dipendenti, si possono inserire i propri dati personali e la richiesta di flessibilità.
Specifichiamo però un ulteriore passaggio: a questa domanda bisogna allegare due documenti fondamentali per ottenere la maternità flessibile, ovvero il certificato medico emesso dal ginecologo e quello del medico competente aziendale.
Il primo certificato si ottiene mediante una visita dal proprio ginecologo che attesta la salute della gestante e del nascituro, indicando che non vi sono rischi nel caso in cui continui a lavorare per un ulteriore mese. Questo certificato deve essere rilasciato da un ginecologo del servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato, quindi uno specialista che opera presso una ASL o una struttura ospedaliera.
Il secondo certificato è emanato dal medico competente ai fini dell'idoneità della lavoratrice a lavorare anche a un mese dal parto. Nel caso in cui l’azienda non disponga del medico competente, la lavoratrice deve rivolgersi al datore di lavoro, il quale deve redigere un attestato che indichi la mancanza di un sistema di sorveglianza sanitaria in azienda, in quanto i rischi per i lavoratori sono ridotti.
Ripetiamo che queste visite devono avvenire non oltre il corso del settimo mese di gravidanza.
Cosa succede se la lavoratrice non è idonea alla flessibilità?
Ci sono dei casi in cui le lavoratrici non possono accedere alla flessibilità. Per esempio, se la gestazione presenta dei rischi o se le mansioni da svolgere sono troppo pericolose per la gestante. Il medico competente deve rilasciare quindi un certificato di non idoneità, mentre il datore di lavoro deve spostare la lavoratrice, adibendola temporaneamente a un'altra attività, oppure avviare il periodo di allontanamento remunerato obbligatorio.
E se la lavoratrice si rende conto che il lavoro è troppo pesante per le sue condizioni di salute?
E' possibile che una futura mamma, svolgendo le sue mansioni durante l'ottavo mese di gravidanza, si senta stanca e non in forze. In questo caso, è possibile per lei interrompere la flessibilità quando desidera.
Il periodo di maternità flessibile si interrompe e scatta il congedo obbligatorio. Questo avviene anche in caso di gravidanza a rischio o se insorgono problemi di salute durante il periodo dell' 8° mese di gravidanza e l'ultimo.
Conclusioni
Il rapporto tra maternità e lavoro è oggi sempre più discusso dalle donne e dai Governi: le lavoratrici non vogliono più scegliere tra l'avere un figlio e il proseguire la propria carriera. E' loro diritto decidere come gestire la propria gravidanza e, al tempo stesso, continuare a lavorare, se se la sentono.
Come abbiamo visto, entro la fine del settimo mese di gravidanza vi è la possibilità di richiedere la maternità flessibile, rivolgendosi a un ginecologo del servizio sanitario nazionale e al medico competente.
Le donne possono così astenersi dal lavoro per un periodo variabile, in base alle proprie condizioni di salute. Questa iniziativa consente di autoregolarsi, di vivere con più flessibilità gli ultimi mesi di gravidanza e i primi dopo l'evento del parto.
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