DVR lavoro notturno: come tutelare i lavoratori notturni
In ogni attività lavorativa sono presenti dei rischi. Ci sono posti di lavoro che mettono i lavoratori a contatto con sostanze pericolose, altri con macchinari, stress, sforzi fisici ecc. Poi, ci sono mansioni che richiedono lo svolgimento di turni di lavoro, spesso di notte.
Queste attività notturne nascono il più delle volte dei rischi che ogni datore di lavoro deve individuare e inserire nel documento di valutazione dei rischi DVR, al fine di trattarli e ridurli con le adeguate misure di prevenzione e protezione.
Quali sono i rischi dei lavoratori notturni? Come può tutelarli il datore di lavoro? Scopriamolo insieme nei prossimi paragrafi.
Cos'è il lavoro notturno?
Innanzitutto, partiamo da una definizione di lavoro notturno. Per riportarla correttamente, citiamo l' articolo 1 del Decreto Legislativo 8 aprile 2003, n. 66 che definisce il lavoro durante il periodo notturno come di almeno sette ore consecutive comprendenti l'intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino.
Il lavoratore notturno, invece, è qualsiasi lavoratore che durante il periodo notturno svolga almeno tre ore del suo tempo di lavoro giornaliero impiegato in modo normale, ma anche qualsiasi lavoratore che svolga durante il periodo notturno almeno una parte del suo orario di lavoro secondo le norme definite dai contratti collettivi di lavoro.
Quindi, esistono tre tipi di lavoratori notturni:
coloro che lavorano almeno tre ore dopo le 22.00 fino alle 7.00 del giorno successivo stabilmente
coloro che lavorano almeno tre ore dopo le 22.00 fino alle 7.00 del giorno successivo almeno ottanta giorni l'anno
coloro che, secondo le regole definite dalla contrattazione collettiva, svolgono nel periodo notturno l'attività lavorativa in termini di ore giornaliere da effettuare nel periodo notturno e numero di giornate.
Lavoro notturno: obblighi del datore di lavoro
Il lavoro notturno porta con sé rischi di natura fisica e psicologica. Il datore di lavoro ha il compito di analizzare attentamente le mansioni al fine di individuare i rischi del lavoro notturno e inserirli nel DVR, documento essenziale per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
Quali sono i rischi del lavoro notturno?
Il datore di lavoro, tra i rischi che può rilevare nella sua azienda in cui i lavoratori devono affrontare anche turni di notte, deve inserire nel DVR:
le condizioni di stress dovute all'alternanza sonno veglia che viene compromesso dalla turnazione
senso di solitudine e alienazione
variazione delle funzioni biologiche che nel lungo termine possono portare alla comparsa di gravi disturbi legati alla gestione del sonno
effetti nel lungo periodo, come malattie psicologiche, cardiovascolari, gastrointestinali, persino tumori, come rilevato da una recente ricerca dell'IARC...
Insomma, una volta che il datore di lavoro ha individuato i fattori di rischio legati al lavoro notturno, deve intervenire al fine di eliminarli o ridurli.
Documento di valutazione del rischio lavoro notturno
Il DVR non deve solo contenere i risultati della valutazione dei rischi che corre qualunque lavoratore notturno, ma anche le modalità adottate per la valutazione stessa. Ogni rischio va concretamente analizzato, in modo da non tralasciare nessuna informazione importante per la sua gestione.
Il datore nel documento di valutazione del rischio deve inserire:
attività da svolgere
orario di lavoro notturno
attività procrastinabili o secondarie
condizioni di lavoro a cui è esposto il lavoratore, come livello di illuminamento, microclima, mezzi e attrezzature con cui viene a contatto, sostanze...
requisiti individuali del lavoratore che svolga lavoro notturno
competenze e livello di formazione degli addetti alle mansioni di notte
procedure di lavoro svolte e vietate
misure di prevenzione e protezione e piano di miglioramento, tra cui la sorveglianza sanitaria e un programma di primo soccorso in caso di emergenza.
Misure di prevenzione e protezione contro i fattori di rischio del lavoro notturno
Tenuto conto dei risultati della valutazione dei rischi, il datore deve svolgere delle attività di prevenzione. Egli ha, per esempio, l' obbligo di prestare attenzione ad alcuni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro notturno.
E' bene che ogni dirigente esamini la turnazione affinché nessun lavoratore sia troppo carico di lavoro e debba sopportare turni di notte e di giorno consecutivi. La normativa di riferimento per gestire al meglio l' organizzazione dell' orario di lavoro è il D.Lgs. n.66 del 8 aprile 2003 recante "Attuazione delle direttive 93/104/CE e 2000/34/CE concernenti taluni aspetti dell'organizzazione dell'orario di lavoro".
Il datore deve poi occuparsi della formazione del personale in tema di sicurezza sul lavoro, anche quando esso si svolge di notte. Conoscere e saper gestire al meglio i rischi consente di non adottare comportamenti scorretti, ma di tutelare la propria incolumità.
Sorveglianza sanitaria per lavoro notturno
Tra le misure di sicurezza sul lavoro che il datore dovrebbe adottare, non può mancare la corretta sorveglianza sanitaria. Periodicamente, infatti, i lavoratori devono sottoporsi a visite mediche aziendali che decretino l'idoneità allo svolgimento della mansione e monitorino le condizioni di salute del singolo individuo.
Nel caso in cui il lavoratore non risulti idoneo, il suo datore deve occuparsi del suo inserimento in mansioni che si svolgono nel periodo diurno. L'inidoneità non deve comportare il licenziamento.
Il medico competente deve raccogliere informazioni su ogni lavoratore notturno, in modo da comprendere se vi siano i primi sintomi di patologie gravi che, però, si possono prevenire con un intervento tempestivo. Se, per esempio, i lavoratori mostrano problemi cardiovascolari, psicologici, disturbi a fegato e polmoni, è necessario interrompere immediatamente lo svolgimento del lavoro notturno.
Chi non può svolgere il lavoro notturno
Per quanto riguarda la non idoneità dei lavoratori a svolgere compiti di notte, ci sono delle persone che non possono subire i turni:
donne in stato di gravidanza
mamme di bambini con età inferiore a un anno
lavoratori minorenni
lavoratori non idonei
Ci sono poi delle categorie di lavoratori che possono rifiutarsi di svolgere lavoro notturno. Essi sono i genitori di bambini di età inferiore a tre anni che convivono con il minore, ma anche genitori affidatari unici di ragazzi minori di 12 anni e coloro che hanno a carico un soggetto disabile.
Conclusioni
Il lavoro notturno è un fattore di rischio all'interno di molte aziende. I lavoratori possono incontrare difficoltà principalmente a livello psicologico, che si traducono spesso in malattie professionali, a volte fatali.
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